(Lunedì 15 aprile) – Nelle ultime ore, l’Iran ha effettuato un attacco contro Israele, un gesto di rappresaglia seguito all’attacco israeliano del 1 aprile contro il consolato iraniano in Siria, durante il quale è stato ucciso l’ambasciatore iraniano Mohammad Reza Zahedi. La Missione Permanente dell’Iran alle Nazioni Unite ha giustificato l’azione come un diritto all’autodifesa, citando l’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite.
di Davide Lettera
Secondo le Forze di Difesa Israeliane (IDF), l’Iran ha lanciato 180 droni esplosivi e 150 missili, ma il sistema di difesa israeliano, con il supporto degli alleati occidentali, ha intercettato il 99% di questi. I danni risultati sono stati minimi, indicando che l’azione potrebbe essere stata più dimostrativa che aggressiva.
Questa situazione lascia ora a Israele la decisione su come procedere. Le opzioni sono tra accettare questo episodio come una chiusura o intensificare ulteriormente le ostilità. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha consigliato al primo ministro israeliano Netanyahu di non rispondere con ulteriori azioni offensive, una posizione che, se non seguita, potrebbe vedere Washington ritirare il suo supporto.
Nonostante la condanna universale, i paesi del G7 non sembrano inclini a un’escalation del conflitto, mentre la posizione di Israele resta incerta. L’analista Luigi Toninelli dell’ISPI suggerisce che Israele potrebbe essere incline a espandere il conflitto, nonostante la facciata di una risposta misurata.
Intanto, il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha parlato di formare un’alleanza contro l’Iran, sottolineando la volontà di Israele di “esigere un prezzo” da Teheran in termini e tempi scelti da Israele stesso. La riunione odierna dei vertici del G7 e la sessione del Consiglio di Sicurezza ONU richiesta da Israele saranno cruciali per delineare i futuri sviluppi di questo complesso scenario geopolitico.
Last modified: Aprile 16, 2024
